La sfida urgente del cambiamento climatico impone che abbiamo il dovere di sviluppare soluzioni che ci consentiranno di continuare a viaggiare a lungo termine. Il rapporto della GBTA – Global Business Travel Association, The State of Climate Action in Business Travel rappresenta un barometro globale del settore per la sostenibilità e mostra come si stia affrontando la sfida.
Il rapporto si basa su un sondaggio distribuito alla comunità dei viaggi d’affari, compresi i membri GBTA e le parti interessate per raccogliere approfondimenti da tutto il mondo. È stato condotto tra il 17 aprile e il 5 maggio 2023, ottenendo un totale di 863 risposte da professionisti di viaggi d’affari in Nord America, Europa, America Latina, Asia Pacifico, Africa e Medio Oriente.
LA SOSTENIBILITÀ È SEMPRE PIÙ AL CENTRO DELL’ATTENZIONE
Il sondaggio ha rivelato come per il settore dei viaggi di affari, tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle nazioni Unite, la questione climatica sia quella più rilevante. Il 92% degli intervistati afferma che la sostenibilità è una priorità per la propria organizzazione (un aumento rispetto all’89% dell’anno scorso), non solo per una questiona di reputazione, ma anche di impatto positivo sul pianeta (82%).

Sono coinvolti in questa tendenza sia i buyer che i supplier: l’81% dei buyer ha integrato o sta pianificando di integrare la sostenibilità nei propri programmi di viaggio (un aumento rispetto al 71% dello scorso anno). Tra i fornitori, l’86% dichiara di aver integrato o prevede di integrare la sostenibilità nei propri obiettivi commerciali. Inoltre le aziende stanno investendo in team di sostenibilità: il 71% degli intervistati (buyer e fornitori) affermano di avere un team di sostenibilità, in aumento rispetto allo scorso anno (66%).

L’attenzione verso la sostenibilità è imprescindibile dal monitoraggio delle emissioni e gli obiettivi di riduzione stanno diventando la norma:
- La misurazione delle emissioni è la pratica numero uno implementata dai travel manager: il 64% dei buyer di viaggi sta monitorando le emissioni dal proprio programma di viaggi d’affari (rispetto al 55% nel 2022), con il 70% che fa affidamento su dati forniti dal proprio TMC.
- I travel manager hanno il compito di ridurre le emissioni per i loro programmi: più della metà (54%) degli intervistati afferma che la propria azienda ha fissato obiettivi interni o pubblici per ridurre le emissioni Scope 3, compresi i viaggi di lavoro. Un altro 23% prevede di fissare tali obiettivi di riduzione.

Infine fondamentale risulta essere la comunicazione interna con i dipendenti: il 73% dei travel manager sta attualmente comunicando, o hanno intenzione di comunicare con i propri colleghii in merito a scelte sostenibili.
Ad esempio il 74% dei travel manager incoraggia (55%) o obbliga (19%) i viaggiatori a combinare più viaggi di lavoro in uno solo. Inoltre un ulteriore 32% prevede di integrare funzionalità di sostenibilità nel proprio strumento di prenotazione online .
LE BEST PRACTICE
I responsabili dei viaggi aziendali utilizzano un’ampia gamma di strategie per gestire le emissioni dei viaggi d’affari. Le principali misure attualmente praticate includono:
- la misurazione e il monitoraggio delle emissioni dei viaggi di lavoro (64%)
- l’integrazione di domande sulla sostenibilità nei contratti con i partner (57%)
- la comunicazione interna con i dipendenti sulle scelte di sostenibilità (50%)
Riguardo al primo punto, misurare e monitorare le emissioni dei viaggi d’affari richiede una grande quantità di lavoro, ma ci sono strategie che i travel manager possono perseguire oggi che non richiedono una base di riferimento per le emissioni, come la collaborazione con i partner e le tmc con una politica orientata alla sostenibilità, l’utilizzo di strumenti di prenotazione online per integrare le informazioni sulla sostenibilità e l’aggiornamento delle politiche di viaggio che incoraggino l’utilizzo di opzioni di viaggio più sostenibili.

Modificare la politica di viaggio e incoraggiare a scelte di viaggio sostenibili
L’implementazione di una politica di viaggio attenta alla sostenibilità consente ai viaggiatori di prendere decisioni migliori. Complessivamente, il 70% dei travel manager sta ora integrando, o sta pianificando di integrare, considerazioni di sostenibilità nella propria politica di viaggio, una tendenza simile a quella identificata nel rapporto dello scorso anno.
Alcune pratiche sono già ampiamente utilizzate nelle aziende di tutto il mondo. Nel 2022, il 42% del settore ha ritenuto che il passaggio dal trasporto aereo ad altre modalità di trasporto dovrebbe essere incoraggiato, mentre l’11% addirittura l’ha ritenuto obbligatorio. Nel 2023, salgono ulteriormente queste percentuali con il 52% che incoraggia queste scelte e il 28% che impone l’uso del treno per viaggi inferiori a un determinato numero di ore. Alcune aziende, per rendere premiante la scelta ecologica del treno, offrono persino incentivi per i viaggiatori, ad esempio consentendo loro di viaggiare in business class.
Un’altra tendenza di molte aziende è quella di scegliere la classe economica per i viaggi che richiedono meno di un determinato numero di ore, scelta che influisce anche sul costo del viaggio. Molte altre politiche sostenibili infatti possono fungere anche da misure di risparmio sui costi, come la combinazione di più viaggi di lavoro brevi e la scelta di alloggi vicini alla sede del meeting per risparmiare sui costi di trasporto via terra

Fornitori e strumenti giusti guidano nella scelta di opzioni sostenibili
I buyer del settore hanno un ruolo chiave da svolgere nel segnalare una crescente domanda di opzioni di viaggio più ecologiche e cooperando con i fornitori possono fornire un valido aiuto per ridurre le emissioni della catena dei viaggi d’affari.
È indubbio che le aziende si stanno già muovendo nella promozione del green procurement, ovvero la volontà di selezionare fornitori in base alle loro politiche di sostenibilità per contribuire a ridurre le emissioni, soprattutto nel lungo periodo. La percentuale corrisponderebbe ad un 63%, tra quelli che hanno risposto, e all’interno di questo dato compare un 60% di loro attento ad aggiungere o pianificare clausole contrattuali di sostenibilità con i fornitori.
Sempre dalle interviste emerge che i fornitori europei nella percentuale del 68% sono molto più sensibili rispetto a quelli nordamericani, 36% , ad incoraggiare modalità di trasferte sostenibili, anche in considerazione del risparmio sui costi in generale che per le aziende la modalità ferroviaria comporta.

Un’altra best practice è quella di utilizzare strumenti di prenotazione online che mostrino l’impatto in termini di consumi di CO2 delle varie scelte di viaggio. Sempre più strumenti stanno implementando questa funzionalità o stanno pianificando di implementarla (78%). Anche la visualizzazione di opzioni multi-tratta che combinino l’aereo con alternative di trasporto via terra come il treno (offerto dal 49% degli intermediari di viaggio) è un’ altra funzionalità interessante in questo senso. Non sorprende che anche questo trend sia significativamente più comune tra i fornitori europei (68%) rispetto ai fornitori nordamericani (36%), data la disponibilità di opzioni ferroviarie.

CONCLUSIONE
Ogni compartimento del settore travel sta partecipando a questa sfida.
Green Lodging Trends Report, che confronta le tendenze di sostenibilità di 27.000 hotel in tutto il mondo 54 paesi oltre il 60% degli hotel sta pianificando di implementare misure di riduzione del carbonio e oltre il 40% misura le proprie emissioni CO2.
Nel mondo dell’ aviazione gli esperti prevedono che nel 2023 le compagnie aeree saranno meglio attrezzate per dare priorità alla sostenibilità e investire in alternative combustibili, come SAF, per l’automotive la disponibilità dei veicoli elettrici nel mercato e in aumento.
Detto questo, la transizione green continua a rappresentare la sfida più grande sia per gli buyer che per i fornitori di viaggi, dato che comprende operazioni con costi elevati, visti come ostacolo numero uno per gli anni a venire, patito maggiormente dagli buyer (61%) piuttosto che dai fornitori (51%). È interessante notare che vi è tuttavia una certa disponibilità da parte delle aziende a pagare di più per compensare le emissioni di viaggio dei propri dipendenti, stimate intorno al 10%.
Ulteriori ostacoli all’attuazione di viaggi d’affari più sostenibili sono la mancanza di standard di misurazione e contabilizzazione delle emissioni (51%), la mancanza di dati e l’accesso a informazioni trasparenti (47%) e gli strumenti di prenotazione che non presentano caratteristiche di sostenibilità (41%)
Il cambiamento culturale non è più in cima alla lista come principale facilitatore di un ambiente più green, passato in secondo piano rispetto alle richieste di incentivi finanziari, di dati chiari, aggiornati e trasparenti sulle emissioni e di standard precisi sulla misurazione di queste.
La domanda focale è: siamo educati e pronti per l’acquisizione dell’utilizzo di tutti gli strumenti per la sostenibilità? Forma mentis sì, ma servono anche metodologie e pratiche più sofisticate. Fare progressi in ottica di sostenibilità richiederà cambiamenti di sistema da tutti i lati del settore. Buyer, TMC, compagnie aeree, hotel, società di autonoleggio e tutti gli attori coinvolti devono lavorare insieme per capire come creare un ambiente che sia un catalizzatore per la decarbonizzazione. Solo attraverso questa collaborazione saremo in grado di creare standard migliori, dati più chiari e un segnale di domanda più forte per guidare gli investimenti.