Il fatidico 3 giugno, tanto atteso e tanto temuto, è arrivato. È arrivata la data dalla quale tra le regioni della nostra bella penisola non ci sono più le limitazioni (giuridiche) ad impedire gli spostamenti e ben trentaquattro sono gli stati europei verso i quali sarà consentito viaggiare con più o meno limitazioni. Eccoli di seguito: Tra i paesi della Comunità Europea se ne elencano ben ventisei: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Quattro gli Stati che aderiscono all’ accordo di Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera). Libertà di spostamento inoltre da e per il Regno Unito, così come i piccoli stati europei (Andorra, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano).
Ma quale sarà l’approccio delle principali aziende verso queste aperture?
Quale lo scenario economico che si presenta ora dopo quasi tre mesi di lockdown e restrizioni varie che hanno immobilizzato il mondo intero nelle proprie case?
Lo abbiamo chiesto al campione di tutte le aziende che quotidianamente si servono di Uvet GBT per la loro gestione delle trasferte.
Su un campione di quasi mille aziende, tra piccole, medie, grandi, nazionali e multinazionali e rappresentative di tutti i principali settori merceologici, solo meno del 10% dichiara che la propria azienda non subirà effetti di rilievo al suo giro d’affari. Il 75% dichiara perdite nella maggior parte dei casi superiori al 30% mentre il restate si sente confidente di riuscire a chiudere il 2020 in positivo.
Questo scenario a detta dei Travel Managers avrà un impatto invece più forte sul budget che le stesse aziende metteranno sul piatto per le trasferte; nessuna azienda prevede aumenti nella spesa viaggi. L’85% decreta tagli oltre il 25% (la metà di questi anche tagli superiori al 50%). Nel restante dei casi invece ci si attiene a riduzioni più contenute oppure nel 3% dei casi non si prospetta nessun intervento sul budget viaggi.
E veniamo alle aree dove si prevede il maggior impatto in termini di consistenza dei viaggi di questa fase post-Covid19. Tra le aziende che hanno indicato l’Europa come una delle principali aree di business, nel 92% dei casi viene indicata la stessa Europa come area maggiormente impatta. Percentuali che toccano il 100% invece per l’Asia/Far-East (focolaio del fenomeno Covid19) e Nord America (prima area dove alcune compagnie aeree avevano dichiarato ripresa dei voli diretti da/per il territorio italiano solo a partire dal prossimo novembre). Impatti minori invece per Sud America e Africa/Middle-East dove solo nel 63% dei casi vengono indicate come principali aree di impatto negativo (forse dovuto anche al fatto che qui l’impatto del Covid19 sta mostrando i suoi effetti in maniera più tardiva rispetto alle altre aree).
Differente inoltre sarà la tempistica di ripresa dei viaggi a seconda delle aree di destinazione. Di seguito una tabella riassuntiva che mostra il sentiment delle aziende, area per area, in base al periodo nel quale avverrà la ripresa delle trasferte. Se per il traffico domestico molti Travel Manager indicano che già in questi giorni si potrà vedere la luce in fondo al tunnel, per l’Europa, nonostante le attuali concessioni agli spostamenti, si prevede un ritardo di circa un paio di mesi. Per l’Intercontinentale invece si dovrà attendere l’ultimo quarter per vedere i primi segnali consistenti; in molti casi addirittura l’anno venturo.
E visto che il primo settore a riprendere sarà quello domestico chiudiamo con le aspettative che le aziende hanno circa l’ospitalità. Abbiamo chiesto di mettere in ordine da 1 a 5 ciò che considerano prioritario in un hotel in questo periodo. Il risultato meglio visibile dalla tabella sottostante mostra come prioritario sia il fatto di evitare il più possibile il contatto fisico soprattutto durante le operazioni di check-in/check-out. Particolare attenzione è richiesta poi in merito alla ristorazione, sia essa per la prima colazione che per la cena, dove si auspica di poter usufruire del servizio di prima colazione in camera e la presenza del ristorante in hotel per evitare al Traveller di dover uscire dall’hotel alla ricerca di esercizi commerciali giudicati meno “affidabili” rispetto agli standard che vengono rispettati in hotel. In ultimo si predilige l’assegnazione di camere ai piani bassi per evitare l’uso di ambienti piccoli e frequentati come l’ascensore e si cercano le strutture dotate di parcheggio per poter raggiungere facilmente la destinazione con mezzi propri o a noleggio rispetto i più “rischiosi” mezzi pubblici.